Divorziare è più facile con le nuove norme comunitarie
da Il Corriere della Sera
martedi, 16 ottobre 2001
Divorzio più facile e veloce con le norme comunitarie.
Si può fare anche all´estero.
Si può dire che ora - in certi casi - è più facile divorziare, senza attendere tempi lunghi, senza dover rispettare il termine di tre anni dalla data della separazione.
La via è stata facilitata dalla normativa europea.
Sono passati sei mesi dalla entrata in vigore delle norme comunitarie in materia di separazione, divorzio e annullamento e si può tentar e un primo bilancio.
Si tratta del regolamento del Consiglio dell´Unione europea che è entrato in vigore il 1° marzo 2001 e ha lo scopo di riconoscere e dare esecutività alle sentenze dei vari Stati membri, al fine di rendere nitida la posizione coniugale dei cittadini negli Stati che partecipano alla Unione.
Per la verità una legge così importante, al momento dell´entrata in vigore, non ha fatto grande scalpore, anzi è quasi sfuggita alle cronache, mentre i giuristi si sono riuniti nei congressi a discutere. Perché le nuove regole hanno inciso vistosamente sul nostro sistema giuridico, proprio in tema di divorzio, una materia che ha visto in passato scontri vivacissimi di natura politica, morale e religiosa, tutt´ora non sopiti. Basta dire che la normativa comunitaria consente - in certi casi - a due cittadini italiani di ottenere il divorzio all´estero, in un Paese membro dell´Unione che, in materia di divorzio, abbia una legge più permissiva della nostra. E quella sentenza sarà immediatamente efficace in Italia.
Poiché il Regolamento comunitario è molto articolato è opportuno proporre un esempio, quello certamente più interessante e di maggiore impatto.
I coniugi sono entrambi cittadini italiani e desiderano divorziare velocemente senza attendere il decorso dei tre anni previsti dalla nostra legge. Se anche uno solo di essi assume la «residenza abituale» a Londra, l´altro coniuge può chiedere subito il divorzio al giudice inglese sulla base della legge inglese che consente una maggiore scioltezza. E la sentenza sarà immediatamente trascritta in Italia, efficace come una sentenza italiana.
L´attesa di tre anni è svanita. Infatti l´articolo 18 del Regolamento comunitario dice espressamente che «il riconoscimento di una decisione di divorzio non può essere negato perché la legge dello Stato membro richiesto (l´Italia nel nostro esempio), non prevede per i medesimi fatti il divorzio». Il riconoscimento del divorzio viene «bloccato» solo se è manifestamente contrario all´ordine pubblico dello Stato richiesto (l´Italia nel nostro esempio), ma è certo che la maggior snellezza e velocità per la pronuncia del divorzio non costituisce un caso di riconoscimento di sentenza «manifestamente contraria all´ordine pubblico» del nostro Paese.
Allora una conclusione si impone: il Regolamento ha voluto, come si legge testualmente e come è giusto, «sviluppare l´Unione quale spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia nel quale sia garantita la libera circolazione delle persone». E tutto ciò è favorito anche dalla libera circolazione delle sentenze.”